Il lavoro sul documentario procede. In questi primi mesi, insieme a Ilaria e Manuela, si é riflettuto sul contenuto del film e sul materiale disponibile. Abbiamo avuto diversi incontri, raccolto dei nomi, incontrato gente.
Sandra del Bene è stata e sarà un aiuto fondamentale per noi. Ci ha raccontato, davanti alla telecamera, la storia del “suo” femminismo. Abbiamo fatto delle riprese vicino al Tito Schipa e a casa sua; abbiamo anche delle immagini di una riunione sulla sua terrazza girate la settimana scorsa. A fine agosto incontreremo Pina Nuzzo.
Nelle prossime settimane il lavoro diventerà più articolato.
“Le storie che so di lei” è un lavoro di ricerca, ma anche, e soprattutto, di racconto attraverso delle immagini. Da una parte, dunque, abbiamo bisogno di persone che abbiano voglia di raccontare e raccontarsi.
L’idea, appunto, è quella di una racconto corale, preciso, con un rigore storico, ma anche emotivo, personale. Questo documentario sarà un lavoro a “tante mani e tanti occhi”, con una direzione precisa, ma “aperto” e democratico. Per questo abbiamo bisogno delle vostre esperienze, che siano politiche oppure più legate alla sfera personale. Ogni testimonianza sarà significativa per la realizzazione del progetto.
Cosa c’è all’inizio del femminismo? Perché le donne salentine hanno sentito il bisogno, la voglia di incontrarsi? Cosa sono i femminismi in una realtà relativamente piccola e del sud? Cosa è successo in quegli anni? Ci sono delle caratteristiche del femminismo a Lecce? Che volto ha? Quali sono i luoghi del femminismo nel Salento?
Dall’altra parte abbiamo bisogno anche di fotografie, testi, filmati, ogni cosa che possa raccontare per immagini quel periodo.
Scriveteci per qualsiasi iniziativa e idea.
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