giovedì 8 settembre 2011

LUISA MURARO

LUISA MURARO. OCCHI CHIARI E BRILLANTI. PER ME è STATA UNA RIVELAZIONE. CONOSCEVO IL SUO NOME MA AD ESSERE SINCERA NON AVEVO ANCORA INCONTRATO I SUOI SCRITTI E LE SUE PAROLE. HO LETTO QUALCOSA IERI PRIMA DI INCONTRARLA PER L'INTERVISTA DI QUESTA MATTINA. IN QUEGLI SCRITTI HO RITROVATO MOLTO DEL SENSO DEL LAVORO CHE STIAMO FACENDO. E COME A VOLTE ACCADE, HO TROVATO ANCHE QUELLE PAROLE CHE ANCORA MI MANCAVANO E SFUGGIVANO PER DESCRIVERE IL SENSO DI QUESTA PICCOLA RICERCA. I. To be continued ..

mercoledì 7 settembre 2011

lunedì 5 settembre 2011

Fa caldo nella terrazza di Sandra. Non solo perché le temperature di questa giornata di inizio settembre sono ancora alte, ma anche perché questo è uno di quegli incontri che non si dimenticano. 
Siamo in tante questa sera, la Casa delle Donne di oggi è ben rappresentata. Molte delle presenti non si incontrano da anni e l'occasione è la gradita presenza di Pina Nuzzo (UDI nazionale) in questi giorni a Lecce per la scuola estiva della differenza. 
Ci siamo incontrate per aggiungere qualche tassello alla ricostruzione di questa importante storia, ed infatti questa si rivela una bella occasione per guardare al movimento femminista come non abbiamo ancora fatto finora. Manuela introduce il progetto con voce emozionata; c’è entusiasmo in tutte noi e forse un po’ di incertezza. Ma il racconto di Pina Nuzzo scioglie ogni riserva. Puntuale, precisa ed appassionata,  parla della fine degli anni '70 ed '80 a Lecce, della sua storia, dell’incontro con l' UDI, di come ha “attraversato” temi e lotte femministe e di come ha incrociato alcune delle persone presenti. 
Il suo è un racconto che apre molti interventi. Ognuna col suo flusso di memoria, ordinate, calme, rispettose delle parole delle altre. Si alternano i racconti pacati e gli sguardi diversi, che arricchiscono il racconto. Ed è come se insieme si cercasse di capire qualcosa di più di quanto accaduto. 
Pina racconta tra le tante cose, la lotta dell’Udi per i consultori; interviene Sandra che a sua volta ricorda le contrapposizioni per i consultori pubblici sostenuta dall’ UDI e la pratica sul campo dell’ AIED. 
Si snocciolano nomi e luoghi e si affrontano molti temi. La questione dell’organizzazione politica del movimento inoltre emerge con le stesse debolezze di oggi : finanziamenti ed autonomia. 
È la volta di Pinuccia e di Consiglia che parlano della loro esperienza nella casa delle donne degli anni ‘80, del MAD, dei collettivi .. si parla anche di separatismo, della necessità secondo alcune di caratterizzare alcuni luoghi col pensiero femminile, scelta non da tutte condivisa. Si agganciano i ricordi delle altre, chi ha partecipato attivamente, chi guardava dall'esterno cosa accadeva a Lecce. Ogni singola storia porta con sé grandi riflessioni. Ma il flusso dei ricordi viene interrotto dalle domande di Pina.Vuole sapere cosa ci spinge a fare questo lavoro, qual è il senso profondo della nostra ricerca, quale la nostra esperienza e cosa ci aspettiamo dal nostro domani. E' il momento del confronto vero, tra noi trentenni che di quelle lotte hanno potuto beneficiare e chi quei conflitti invece li ha vissuti sulla propria pelle.  
Cambiano le parole, le prospettive ed i racconti. Rimane uguale, mi sembra, il desiderio di libertà di ognuna. Ed è proprio questo ciò che ci avvicina a questa storia fatta di volti di donne leccesi e non. È il desiderio di andare oltre ciò che possiamo trovare scritto su un libro, sentire quali sono state le emozioni provate, ed andare oltre ciò che il mondo intorno ci suggerisce. 
Spesso capita a chi vive un epoca e un Paese che garantisce diritti civili importanti, di dare per scontate molte cose. Capita anche che ci si senta “inadeguate” se si avverte quel cortocircuito tra diritti acquisiti e comportamenti che riproducono schemi arcaici (vedi quanto accaduto nel nostro Paese) e lì lo smarrimento di noi giovani donne, figlie di rivendicazioni importanti, può essere grande. Da qui la voglia di andare a parlare con chi prima di noi si è confrontato con il ruolo delle donne nella società, con chi il femminismo lo ha costruito, ci ha riflettuto e scritto e con chi al di là del movimento stesso, ha raggiunto la libertà che cercava. I.

martedì 6 settembre 2011

La città a soqquadro

Gli incontri con le protagoniste di questo lavoro continuano. Ho conosciuto, la settimana scorsa, Ada e Consiglia.
Ada ha una casa bellissima, piena di piante e di libri, una casa di quelle che sogni di avere quando sei bambina. Ada ci ha raccontato, brevemente, quali furono negli anni ’70 le questioni “care” al femminismo, e come sono cambiate in questi ultimi anni. Ce ne riparlerà nei dettagli davanti ad una telecamera. L’arrivo di Antonella ha movimentato la riunione, come sempre accade quando si incontrano  due o più donne che han vissuto un’esperienza simile. Ada è pacata, lo sguardo dritto e fiero; Antonella, quel pomeriggio,  mi ha fatto pensare a quelle pasionarie care a certi registi e scrittori.
Consiglia, invece, mi ha colpito perché sembra una donna tranquilla, se ci parli dieci minuti. Capisci invece che ha un fuoco, dentro, se ti trattieni oltre. Cosa l’ha avvicinata al movimento delle donne, perché ha partecipato attivamente alla costruzione della casa? Il senso civico e morale, una certa ideologia, il sentimento di giustizia, tutto questo insieme… mi sono resa conto che dietro quello che è successo nel Salento in quegli anni  c’era una fortissima passione che andava oltre la politica. “In 30 abbiamo messo a soqquadro la città. Eppure non mi ero mai accorta che eravamo solo in 30… Lecce è stata davvero all’altezza dei tempi” racconta Consiglia. È facile immaginarle, queste donne, e il soqquadro di 30 anni fa… Sarebbe bello avere delle immagini d’archivio.