Gli incontri con le protagoniste di questo lavoro
continuano. Ho conosciuto, la settimana scorsa, Ada e Consiglia.
Ada ha una casa bellissima, piena di piante e di libri, una
casa di quelle che sogni di avere quando sei bambina. Ada ci ha raccontato,
brevemente, quali furono negli anni ’70 le questioni “care” al femminismo, e
come sono cambiate in questi ultimi anni. Ce ne riparlerà nei dettagli davanti
ad una telecamera. L’arrivo di Antonella ha movimentato la riunione, come
sempre accade quando si incontrano
due o più donne che han vissuto un’esperienza simile. Ada è pacata, lo
sguardo dritto e fiero; Antonella, quel pomeriggio, mi ha fatto pensare a quelle pasionarie care a certi registi
e scrittori.
Consiglia, invece, mi ha colpito perché sembra una donna
tranquilla, se ci parli dieci minuti. Capisci invece che ha un fuoco, dentro,
se ti trattieni oltre. Cosa l’ha avvicinata al movimento delle donne, perché ha
partecipato attivamente alla costruzione della casa? Il senso civico e morale, una certa ideologia, il
sentimento di giustizia, tutto questo insieme… mi sono resa conto che dietro
quello che è successo nel Salento in quegli anni c’era una fortissima passione che andava oltre la politica.
“In 30 abbiamo messo a soqquadro la città. Eppure non mi ero mai accorta che
eravamo solo in 30… Lecce è stata davvero all’altezza dei tempi” racconta
Consiglia. È facile immaginarle, queste donne, e il soqquadro di 30 anni fa…
Sarebbe bello avere delle immagini d’archivio.
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