lunedì 6 giugno 2011

Ciak si gira

6 giugno 2011 - Abbiamo finalmente iniziato, dopo tanto parlare, immaginare e raccontare, tutto è pronto per la realizzazione del video sul movimento femminista a Lecce. Ciak si gira.

Siamo a casa di Sandra del Bene. Appuntamento alle tre di un assolato pomeriggio. Sandra ci accoglie con un caffè in ghiaccio, prima di cominciare a raccontare ciò che ha vissuto, attraverso le lotte, gli entusiasmi e le difficoltà, in un "flusso di coscienza" che ci incanta per ore.  

Paola scruta Sandra e l'ambiente intorno con la sua video camera, come fosse il prolungamento dei suo occhi, mentre Manuela ed io siamo lì a mantenere il  microfono, fare domande ma soprattutto ad ascoltare, con curiosità e tanta voglia di capire.

Ilaria






mercoledì 1 giugno 2011

L'anniversario

65 anni fa, il 2 giugno del 1946, le donne italiane votarono per la prima volta. Fu anche grazie a loro che molti dei diritti fondamentali oggi presenti nella nostra Costituzione vi furono inseriti. Alle donne che lavorarono prima e dopo quelle elezioni, tutti noi dobbiamo moltissimo. Non solo furono le promotrici del cammino per l’affermazione della cittadinanza femminile, furono soprattutto le fautrici della rinascita della democrazia italiana dopo gli anni oscuri del fascismo.
Questa sera mi è venuta voglia di riprendere un testo studiato molti anni fa, per il mio primo esame all’università. Il testo si intitola Diventare cittadine. Il voto delle donne in Italia, di Anna Rossi-Doria. L’ho pagato, nel 2000, 12.000 lire. Ho ritrovato diverse parti che avevo sottolineato a matita, e poi vari riassunti, a fianco delle pagine. A pagina 105 scopro un’annotazione “Questo, è!”. Rileggo, e riporto:

“Anche nella memoria di una partigiana bolognese, Zelinda Resca, l’emozione individuale si intreccia con l’idea di riscatto collettivo: Finalmente potevamo votare. Era una rivincita, una rivincita come donne, che non avevamo mai potuto fare niente. Le nostre mamme che non avevano mai potuto dire una parola, questa era un’occasione (…) Io sinceramente sono emozionata anche adesso quando vado a votare; allora figuriamoci! Credo che le mani tremavano.
Tremavano anche le mani di affermate scrittrici. Cosi Anna Banti: Quanto al ’46 e quel che di importante ci ho visto e sentito, dove mai ravvisarlo se non in quel 2 giugno che, nella cabina di votazione, avevo il cuore in gola e avevo paura di sbagliarmi fra il segno della repubblica e quello della monarchia? Forse solo le donne possono capirmi: e gli analfabeti. Quando i presentimenti neri mi opprimono, penso a quel giorno, e spero.
Ancora, Alba De Cespedes: Il giorno delle elezioni uscii liberata e giovane, come quando ci si sente i capelli ben ravviati sulla fronte.

Probabilmente il mio commento a queste parole “Questo, è!” voleva significare “Questo è il vero senso di questa storia”.

Voglio ricordarlo con le loro parole, questo anniversario.